Carta degli intenti

Quali sono i principi alla base di questo blog - o, forse meglio, alla base dell'attività intellettuale e emotiva che, almeno in parte, darà vita a questo blog? Voglio riassumerne qualcuno:

I miei valori sono quelli che io chiamo "verità", "amore" e "desiderio". Sono il distillato di diverse vite di ricerche matte e disperatissime, o di lunghi sonni della ragione e della sragione; sono il risultato del confronto con secoli innumerevoli di mondo tradizionale e coi quotidiani vagiti del nuovo.
Verità, come mancanza di fondo di una realtà in continua crescita ed espansione, alla ricerca del proprio tutto, giusta Hegel, e al tempo stesso già oscuramente pre-completa in ogni sguardo, in ogni impressione, prima che il linguaggio la s-copra e ce la renda umana (ci renda umani). Il linguaggio, in effetti, come insegna il mio caro maestro Wittgenstein, è della verità croce e delizia (infatti sto qui proprio per scrivere e parlare).
Amore, come ciò che "move il sole e l'altre stelle"; senso della vita, unico faro a rendere l'uomo umano oltre le apparenze, rifugio dei deboli, giustizia dei forti, delizia perduta fin dall'Eden e proprio per questo, finalmente, conoscibile. Tommaso d'Aquino, in questo modo, poteva definirlo "volere il bene di un altro". L'altro infatti esiste, per noi, grazie all'amore. E solo grazie all'amore, scoprendo l'altro, scopriamo la vita.
Desiderio, come forza indigena, prenatale, coessenziale al corpo e a ogni rappresentazione, sprecata ad ogni soffio nel nome delle vanità più assurde e con questa scusa calunniata per secoli da pressoché tutte le religioni. Se la verità è la vita, se l'amore è il senso della vita, il desiderio è ciò che invita e dà forma alla vita. Ha a che fare col sesso, ma sarebbe superficiale chi ad esso lo limitasse - perché il desiderio è l'unica forma di libertà che ci si possa dare.

Non credo che nessuno possegga la totalità della verità - tanto meno che la conosca, la custodisca, l'abbia in dote o la riceva da qualcuno o da qualcosa. La verità è costitutivamente e per necessità ineluttabile - fino ad eventuali apocalissi - aperta. Per questa ragione non amo le sette, le chiese, i fondamentalismi, gli assiomi indiscutibili (cioè i dogmi), gli accademismi ottusi, i corporativismi paraculi e la mancanza di senso dell'umorismo. Questo blog vuole anche essere un timido rifugio per chiunque, materialmente o, peggio, psicologicamente, sia a tutt'oggi perseguitato dalla rigidità intollerante dei troppi. Si è pertanto pregati di lasciare i carichi eccessivi di pregiudizi alla porta - sperando che ciò non impedisca a nessuno, almeno una volta, di entrare. Certamente una fortissima convinzione potrebbe essere importante per scoprire il ruolo, nella verità, di qualsiasi tradizione l'abbia alimentata.
(Beninteso, il fatto che la verità sia aperta non significa che non si possa dire qualcosa di vero, di quando in quando. Ma che sia vero è qualcosa che scaturirà solo dal confronto fra me, te e lo sconfinato mare del reale - non dai fantasmi che si nascondono dietro il principio di autorità).

Voglio ipotizzare un fatto: che una domanda valga sempre più di una risposta. In effetti, se io ti dò una risposta, tu al massimo sei soddisfatto; ma se ti faccio una domanda, forse sarai mio amico. Se tu mi dai una buona risposta, io ti rispetterò; ma se mi doni una domanda inedita, io ti sarò grato. Le domande giuste forse valgono più delle risposte giuste perché le seconde sono solo conferme, appigli, mentre le prime sono frecce lanciate verso un futuro comune. Sorge spontanea la domanda: forse che la domanda sia più incline all'amore?
Ma per poter fare domande bisogna che ci sia qualcuno che risponde, e viceversa. Di qui la vocazione umana al dialogo - troppo spesso oggi calpestata - vocazione che ovviamente sarà controbilanciata dal sano agonismo che riconosce l'essere questo un limite, prima che una gioiosa scoperta, e ne teme l'eventuale pungiglione. In quanto umani, ci feriamo; "the hedgehog dilemma" era chiamato tutto ciò in un anime non privo di valore, diversi anni fa.
Io però ho deciso di aprire questo blog anche nella speranza di imbattermi in altri solitari, bisognosi o radianti viaggiatori della vita e, infine, di potermi annusare e, forse, conversare con loro. Per quanto testardo, provocatorio o presuntuoso io possa a volte apparire, non sarei qui se non fosse per voi.
(E, in fondo, voglio credere che aprire un po' il cuore abbia un valore già di per sè)


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