mercoledì 23 aprile 2014

La decisione estrema


Non prendere la decisione estrema: questo oggi è il mio consiglio.
Me lo ripeto spesso. E' meglio abbondare in tutte le cose, elargirsi largamente. Tanto l'estremo qui non è il "tanto" rispetto a un "poco". L'estremo è il contrario dell'umile; l'estremo è assoluto. Quindi: impaurito da sè stesso. Non a caso gli antichi Leviti indossavano paramenti speciali per manipolare il loro Dio: bisogna prendere precauzioni, ché non abbia a toccarci, bruciandoci come lampadine attirate da una gigantesca Falena (è solo un'ombra, dopo tutto, che ci attraversa).
Precauterizziamoci, dunque, ché il fuoco non abbia niente di nuovo per noi.

Non prendere la decisione estrema. μηδὲν ἄγαν: il troppo non è una categoria quantitativa. Non misurare pertanto in eccesso le tue giornate, ma lasciale scorrere, dai loro aria nel loro vaso di sensi e di orbite. Perdonale se il vaso s'incrina, perché è terracqueo - in quanto tuo corpo, il risultato di te - e loro sono di tanto più grandi di qualsiasi altra cosa fra cielo e terra.
Sì, l'aria è sempre più grande dell'aria. Ma l'aria di cui parlo non si misura, ancora, in quantità. Nessun gas industriale la invade, soffocando i suoi figli: solo la decisione estrema.

Non prendere la decisione estrema; ché poi non è nemmeno una decisione, ma semmai un'intenzionalità di rinuncia ad ogni decisione. Non smettere di fallire, fallendo così il fallimento: la morte seconda. Non avere paura di ciò che si apre, fossero anche le tue carni, al sole, correndo come un selvaggio per non arrivare troppo tardi ad un appuntamento che, se fossi felice, ignoreresti. Che vita misera quella che si contempla arrancare senza fiato, come una cornamusa stonata appesa al muro. Ma anche il vaso di Pandora, ignorando il turbine moltitudinario di confusione (ma: una cosa gialla non è rossa, una cosa rossa non è verde), non è altro che Speranza.

La decisione estrema, che qui tu leggi, essendo, com'io un tempo, un forte e vigoroso sputo sul muro delle stelle, l'avrai riconosciuta a volte - ma solo per alcuni tratti - nella tua propria fantasìa, riflessa dalla fascisticamente neutra in-formazione: l'alpinista che non torna indietro, l'accelerazione totale, la droga senza piacere, il monaco Into the Wild di sè stesso, fino a sbrodolarsi addosso la propria stessa mente, piagnucolando come un ossesso "Hare Krishna" o "economia di scala". La decisione estrema non sono loro: perché anche loro - anche nel loro venire meno! - sono l'aria che respiri. La decisione estrema è la tentazione, puramente psicologica, di farla finita, con l'aria, tutta.

Abbi pazienza, insomma; non prendere la decisione estrema. Quanto a dire: non credere che una qualsiasi decisione possa essere mai estrema - se non quella che la vita stessa, eventualmente, prenderà per te (per mezzo di te) (su di te).

Nessun commento:

Posta un commento